Questa è una domanda che mi sono spesso posto. Diciamo che c'è
una sottile linea di confine, a mio giudizio, fra un mammo e un
padre assente.
Possiamo pensare al "mammo" come ad un padre che si accorge di
essere stato "assente" e cerca di recuperare in modo "alieno",
non consono al suo ruolo di padre.
A mio giudizio, un mammo è un padre, specialmente di adolescenti,
che si accorge troppo tardi di essere stato assente durante
l'infanzia e cerca di recuperare il tempo perduto, inutilmente.
Ed allora si vedono papà che portano le figlie al cinema, al
ballo, iperprotettivi, delle specie di autisti a comando.
Il mammo, beninteso, può anche esserlo prima. Quei papà
ipertecnologici, con ovetti e biberon, pannolini,
ricetrasmittenti e parchi giochi tridimensionali.
Il papà consapevole è diverso. Conosce, ha imparato a conoscere,
la differenza fra tempo passato con la prole e tempo passato PER
la prole. Gli anglosassoni parlano di "quality time". Ecco, forse
la differenza fra un mammo e un padre consapevole vero è che il
secondo riesce a capire qual è il ritmo giusto di presenza /
assenza.
una sottile linea di confine, a mio giudizio, fra un mammo e un
padre assente.
Possiamo pensare al "mammo" come ad un padre che si accorge di
essere stato "assente" e cerca di recuperare in modo "alieno",
non consono al suo ruolo di padre.
A mio giudizio, un mammo è un padre, specialmente di adolescenti,
che si accorge troppo tardi di essere stato assente durante
l'infanzia e cerca di recuperare il tempo perduto, inutilmente.
Ed allora si vedono papà che portano le figlie al cinema, al
ballo, iperprotettivi, delle specie di autisti a comando.
Il mammo, beninteso, può anche esserlo prima. Quei papà
ipertecnologici, con ovetti e biberon, pannolini,
ricetrasmittenti e parchi giochi tridimensionali.
Il papà consapevole è diverso. Conosce, ha imparato a conoscere,
la differenza fra tempo passato con la prole e tempo passato PER
la prole. Gli anglosassoni parlano di "quality time". Ecco, forse
la differenza fra un mammo e un padre consapevole vero è che il
secondo riesce a capire qual è il ritmo giusto di presenza /
assenza.